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097. Pellegrini della Speranza che nasce dal carisma di santa Paola Elisabetta Cerioli
Lettere dal futuro

097. Pellegrini della Speranza che nasce dal carisma di santa Paola Elisabetta Cerioli

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A partire dal 5 maggio la Congregazione realizza il suo XXI Capitolo generale, con la partecipazione di un terzo dei suoi religiosi, in rappresentanza delle tre aree geografiche in cui essa viva. Un Capitolo è un “laboratorio di futuro”: in esso, con gli occhi fissi su Gesù e sulla Fondatrice, che ha dato origine nella Chiesa ad un modo specifico di seguirlo, guarderemo in avanti, rinnoveremo il desiderio di rispondere alla chiamata del Signore e di vivere la missione di educare.

Alla luce del cammino fatto fino ad oggi, come fratello che ha ricevuto il compito di guidare la Congregazione, guardo al futuro con i sentimenti che san Paolo esprime nella lettera ai Filippesi: “mi sforzo di correre per conquistare Gesù, perché anch’io sono stato conquistato da Lui” (Fil 3,12).

La vita dei cristiani, compresi quelli che accolgono la chiamata a vivere da consacrati dentro una Congregazione religiosa, inizia dall’esperienza bella e forte di sentirci raggiunti da Gesù, di scoprirci profondamente e teneramente amati da Lui. Vivere è dunque rispondere alla proposta di una alleanza di amore che Dio rinnova continuamente in noi, attraverso ciò che la vita ci fa incontrare. San Giovanni nella sua prima lettera lo dice in un modo ancora più semplice e diretto: “In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi …. Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo” (1 Gv 4,10.19).

Attraverso il dono di santa Paola Elisabetta, noi della Sacra Famiglia riconosciamo il modo concreto con cui Dio ci ha amati: da “orfani” che siamo, per la nostra condizione umana debole, che a volte ci fa sentire soli e incapaci di affrontare le sfide della vita, ci ha adottati e resi figli e figlie amati. Per questo possiamo guardare con speranza il futuro: sappiamo che non mancheranno difficoltà e sfide, che sembreranno andare oltre le nostre capacità di affrontarle; ma siamo sicuri che potremo attraversarle con il cuore sostenuto dalla vicinanza amorevole di Dio.

E non solo: aver ricevuto questo dono ci impegna (come impegna ogni gesto di amore che riceviamo) a testimoniare agli altri questo dono. Noi della Sacra Famiglia lo facciamo dedicandoci ad accogliere e educare i bambini che hanno bisogno di affetto, di famiglia e di accompagnamento per prepararsi alla vita. Non lo facciamo solo per una nostra naturale propensione, ma come frutto e dell’esperienza vissuta con Dio; non lo facciamo solo con le nostre capacità e idee, ma sostenuti e illuminati da Dio.

Nel mondo cresce sempre di più il bisogno di accogliere ed educare i bambini poveri, per la mancanza di genitori e di famiglia, per la mancanza di scuole, di valori umani e religiosi; cresce sempre di più anche la necessità di aiutare i genitori a educare i figli alla vita e alla fede. La Chiesa di Gesù è custode e testimone della “buona notizia” che Dio si prende cura dei suoi figli: per il futuro, pur dovendo cambiare - e molto -  il suo modo di essere e di agire, la Chiesa continuerà ad rendere presente questa buona notizia.

Dentro la Chiesa e insieme ad essa, la nostra Congregazione in futuro, con le forze e le capacità che ha, impegnandosi pure lei a cambiare il suo modo di essere e di fare, non potrà mai smettere di testimoniare la “buona notizia” che Dio è Padre, non potrà smettere di farsi compagna dei genitori che si impegnano ad educare i loro figli ai valori della vita autentica, non potrà mai smettere di  essere famiglia per chi non ce l’ha

Autore

  • a cura di  p. Gianmarco Paris

Data

  • 04/05/2025

Rubrica

  • LETTERA DAL FUTURO

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