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050. EDUCARE = depixellare il mondo
Patto educativo

050. EDUCARE = depixellare il mondo

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Nei nostri giorni stiamo assistendo a una trasformazione impattante della cultura e società, simile in certi versi al capovolgimento avvenuto nella prima metà del secolo scorso che era stato caratterizzato da due fenomeni. Il primo era quello della svolta linguistica, dove con l'affermazione della filosofia del linguaggio, non è più il soggetto o la coscienza il centro della riflessione filosofica, ma il linguaggio, che diventa la casa dell'essere (Heidegger, ma anche Wittegstein, l'ermeneutica di Gadamer o la grammatologia di Derrida...). Il secondo fenomeno fu quello dell'irrompere dell'era, o della civiltà o della società dell'immagine dove, anche qui, l'essere non è più ciò che è ma ciò che appare. Anche se il post-modernismo aveva già messo in crisi l'idea di verità, il linguaggio manteneva però la sua funzione critica e l'immagine era sostanzialmente rappresentazione della realtà, dove il parlante e l'osservante era sempre l'uomo.

La rivoluzione in corso nei nostri giorni ha ripreso la dimensione del linguaggio e dell'immagine, ma svuotandoli della loro valenza veritativa (come ci aveva già abituato il postmodernismo) e affrancandoli dall'orizzonte antropologico. Ora non è più l'uomo che parla, che ritrae la realtà, ma una macchina.

Con l'introduzione nel novembre (2022) scorso del nuovo strumento linguistico del ChatGPT (del quale ne abbiamo già parlato), una macchina può interagire con noi, produrre articoli, giornali e libri, come se fosse una persona umana. Con l'introduzione dell'immagine digitale, e in questi mesi dell'immagine sintetica, la macchina non riproduce più la realtà come la rappresentava precedentemente la macchina fotografica, ma in base ad algoritmi, ricrea ambienti e volti di persone che non esistono. Impressionante è il sito "questa persona non esiste" dove vengono mostrate migliaia di fotografie, apparentemente molto reali, di persone che in realtà non esistono. Ecco che vengono coniati neologismi, come "algorealismo" che sostituisce il "fotorealismo". L’immagine di sintesi (frutto appunto dall'intrecciarsi di algoritmi) non è più una “trascrizione isomorfica del reale” come lo era invece l’immagine fotorealistica (Rodowick) che era la rappresentazione realistica visuale di oggetti, ambienti o persone reali, ma una sua invenzione. Jussi Parikka nel suo saggio  Operational Images (2023) parla di visualità divenuta oramai postumana (post-human visuality).

          L'anno scorso al MAXXI di Roma è stata allestita un'interessante mostra di Thomas Hirschhorn dal titolo "The purple line" con l'esposizione di circa duecento pannelli che mostravano immagini prese da internet e che sono poi state pixelate, come una specie di censura imposta per salvaguardare l'osservante e l'osservato. La questione che viene sollevata però è chi decide cosa deve essere visto e cosa no? La sensibilità o l'ipersensibilità dipende dal soggetto che guarda. L'artista invita quindi in un viaggio attraverso la sua purple line a depixellare le immagini e rieducare la nostra visualità. Lui sostiene che «Il mondo ha bisogno di essere depixellato». Hirschhorn ricerca una sensibilità, che guarda con occhio vigile e cosciente quello che ha intorno, senza negarlo; invece l’ipersensibilità, porta spesso alla censura ed è, secondo l’artista, paradossalmente legata all’autoprotezione e all’esclusione dell’altro.

 In uno dei talk dal titolo "L’era dell’immagine. Riscoprire la dimensione sacra e autentica dell'esistenza" realizzato ai margini di questa mostra, si è detto che attraverso le immagini costruiamo la nostra identità personale, dove emerge non ciò che siamo ma ciò che appariamo, schiavi del mito della bellezza (basta pensare a quanto si ricorre ai programmi di fotoritocco per migliorare le proprie sembianze). Distinguere qui il vero dal falso è una battaglia persa. Obiettivo dell'algoritmo infatti non è la verità, né la nostra felicità, ma l'engagment, cioè tenerci incollati il più possibile alla piattaforma, indipendentemente se quello che ci viene mostrato sia vero o falso. Assistiamo al declino della forma scritta per comunicare, sostituita dai reels brevi, immagini accattivanti, che ci esonerano dallo sforzo di un "pensiero lungo". Daqui la necessità di "rieducare" il nostro sguardo, attraverso una "depixellazione" di ciò che osserviamo.

          Mi piace vedere in questa pratica di "depixellazione" un processo educativo, una specie di "ritorno alla riflessione". Non si tratta di condannare l'era dell'immagine sintetica, né dell'intelligenza artificiale, perché sono una grande risorsa oltre che a un punto di non ritorno, ma di un invito a vigilare ancora di più, per discernere ciò che è fittizio da ciò che è reale, ciò che è menzogna da ciò che è verità. Depixellare dovrebbe significare una ripresa della fatica del pensare, del pensiero lungo, quando invece sembra che la capacità di attenzione dell'uomo d'oggi, soprattutto dei giovani, sia di 30 secondi, la durata di un reel, di un video breve. Educare quindi a estendere la capacità di riflessione, operare una "detiktokkizzazione" dei nostri adolescenti e giovani, rieducando la loro capacità di pensare e di guardare la realtà con occhi diversi.

          Anche il progetto del Patto Educativo Globale mira a una "depixellazione" della realtà, proponendo di rileggere l'educazione con occhi diversi: non più un'educazione orientata al mantenimento delle strutture di ingiustizia della nostra società basata sulla competitività, la crescita senza fine, l'accumulo dei capitali in poche mani, etc.: questa è "l'immagine di Cesare" che un certo tipo di educazione elitista, "esclusiva e escludente" come dice Papa Francesco, vuole mantenere. L'educazione invece che cambierà il mondo sarà quella basata sulla solidarietà, sul servizio, sull'eccellenza per tutti, non solo per pochi privilegiati.

          Penso che anche Gesù ci invita a "depixellare" la realtà, quando mostrando agli astanti la moneta con l'effige di Cesare chiede "di chi è questa immagine"? L'immagine di Cesare sulla moneta è rappresentazione della visione di un mondo basata sul potere, la ricchezza, i beni materiali, il possesso, il divertimento, il piacere... e quindi nell'immagine di Cesare è rappresentato tutto quello che l'uomo "dal pensiero corto" aspira maggiormente. Gesù invece invita ad ampliare lo sguardo e la mente, andando oltre, fissando un'altra immagine, che non è quella di Cesare, ma è Lui stesso, Gesù, immagine del Padre ("Chi vede me vede il Padre"). E ci ricorda che noi non siamo stati fatti a immagine e somiglianza di Cesare, ma a immagine e somiglianza di Dio. Non si tratta di scegliere tra due alternative, o Dio o il mondo come due opzioni possibili, perché esiste una sola via, che è quella di Dio. Tutto è di Dio, tutto è Dio, non esiste nulla al di fuori di Lui. È questa la verità che dobbiamo "depixelare" ai nostri giovani: in un mondo come il nostro che vuol mettere sullo stesso piano la falsificazione, la finzione, la menzogna, dobbiamo, come cristiani, rieducare l'uomo alla verità, alla riflessione, alla contemplazione, o come diceva il talk di cui sopra: "Riscoprire nell'era dell'immagine, la dimensione sacra e autentica dell'esistenza".

          In conclusione. Umberto Eco nel 2015 durante la cerimonia di consegna di una Laurea honoris causa disse: «I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli». La posizione di Eco mi sembra troppo radicale come di quelli della massa che non vogliono far parte della massa.

Invece di volere censurare (o pixellare) gli altri, cerchiamo piuttosto di rieducarci tutti insieme a uno sguardo nuovo (depixellazione), per imparare a vedere il mondo non attraverso gli occhi dei vari cesari di turno, ma attraverso gli occhi di Dio.

foto di Thomas Hirschhorn. The Purple Line

Autore

  • P. Ezio Lorenzo Bono, CSF del Segretariato per il Global Compact on Education

Data

  • 05/11/2023

Rubrica

  • Patto Educativo

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