.

052. L’eredità di madre Paola Elisabetta Cerioli
Editoriale

052. L’eredità di madre Paola Elisabetta Cerioli

Image

Ogni anno nel mese di gennaio celebriamo la festa della nostra Fondatrice, suor Paola Elisabetta Cerioli. Come in una famiglia il compleanno della mamma o del papà è una festa per tutti, così vale anche per la Fondatrice: è una festa per le nostre Comunità di religiosi e di religiose, per le Scuole della Congregazione, per le parrocchie in cui prestiamo il nostro servizio, per le Famiglie che ci conoscono e attraverso noi hanno sentito parlare della nostra santa.

Ogni volta che arriva la sua festa ci chiediamo: perché lei è importante per noi? qual è il segreto della sua vita bella e piena? quale messaggio ci offre?

Lei ci è cara perché la sua vita ci racconta come ha incontrato Gesù, come questo incontro ha trasformato la loro vita rendendola bella e piena di senso. È la sua fede in Gesù che rende per noi grande questa donna. Ci fa bene guardare a lei e vedere come la storia di Gesù è entrata nella sua e come la sua vita è rinata in questo incontro.

È nata in una famiglia nobile e cristiana; è stata educata secondo questa tradizione, dal punto di vista religioso e intellettuale; ha accolto un progetto di matrimonio programmato secondo i modi comuni nel suo tempo e nella sua classe sociale. Come madre di quattro figli ha vissuto grandi gioie e dolori; fino alla morte dell’ultimo figlio, Carlo, seguita da quella del marito Gaetano.

Queste sofferenze hanno messo a dura prova la sua fede. Questo tempo difficile è diventato per lei il momento propizio per una nuova e più intensa esperienza di Dio, per scoprire la presenza e il valore di Gesù nella sua vita. Si è sentita di nuovo figlia amata, non nonostante le difficoltà e prove, ma dentro di esse. Sentirsi figlia amata le ha permesso di scoprire e donare di nuovo il suo amore di madre, accogliendo nella sua casa ed educando le bambine orfane dei contadini.

Di santa Paola Elisabetta parliamo ancora oggi, dopo quasi 160 anni dalla sua morte, perché ha fatto una reale esperienza del Vangelo, cioè della vicinanza amorosa di Dio alla sua vita, e questo le ha permesso di convertirsi, di guardare la sua vita e gli altri in un modo nuovo, perché sentiva la vicinanza di Dio e del suo amore di Padre.

L’incontro tra la sua storia famigliare e la fede l’hanno portata alla Santa Famiglia. Ha contemplato il mistero della salvezza guardandolo dalla grotta di Betlemme e dalla umile casa di Nazaret. Come mamma si è sentita molto vicina a Maria e a Giuseppe, si è ispirata molto a loro per vivere la sua fede in Gesù e per riconoscere la missione alla quale Dio la chiamava, cioè diventare madre di figlie e figli poveri e orfani, nei quali ha riconosciuto il volto di Gesù che le chiedeva di essere amato mentre le donava il suo amore.

Vorremmo fare tesoro di un aspetto dell’eredità che ci lascia con la sua vita: Dio si fa vicino e si nasconde nella pieghe vita della nostra vita e della nostra famiglia, nei giorni belli ma anche in quelli in cui facciamo fatica a capirci, a rispettarci, a volerci bene. Si nasconde in modo particolare, per lei e per noi, nei bambini che hanno bisogno di essere accolti, amati ed educati, perché non hanno una famiglia, perché vivono in luoghi di guerra, o in Paesi dove non si rispettano i diritti umani.

Santa Paola Elisabetta ci aiuta a riconoscere che anche nella vita di ciascuno di noi, come è accaduto per lei, Gesù si fa vicino e ci invita a fidarci, a guardare le cose con i suoi occhi, a vivere come ha vissuto Lui, con il cuore pieno di gratitudine per l’amore che abbiamo ricevuto e capace di amare generosamente chi ha bisogno di accoglienza e aiuto per sentirsi amato. 

Autore

  • P. Gianmarco per La Redazione

Data

  • 04/02/2024

Rubrica

  • Editoriale

Iscriviti alla Newsletter

captcha 
Image
Congregazione dei Religiosi della Sacra Famiglia
© 2023 Congregazione Sacra Famiglia. All Rights Reserved