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Era il venerdì santo del 1724, proprio tre secoli fa, quando Bach a Lipsia diresse la prima esecuzione della sua Passione secondo Giovanni, una composizione di straordinaria potenza in cui la sofferenza di Cristo e l’afflato di redenzione diventano un affresco musicale e visivo. «È un dramma di incredibile forza e consolazione, carico di una forte tensione emozionale in cui si avverte l’incontro tra l’umano e il divino» ci ha ricordato il maestro Massimo nella sera di Domenica 24 marzo, domenica della Passione di Gesù quando -nella nostra Chiesa dell'Incoronata- il Magnificat Choir and Consort ha eseguito la Passione di J. S. Bach davanti a un numeroso e attento pubblico.
Al Maestro e Direttore Massimo Grechi abbiamo rivolto alcune domande che ci aiutano a entrare meglio nello spirito dell'Opera e nelle emozioni che Coristi e Orchestra hanno vissuto quella sera.
- Maestro Massimo, come si sente lei, dopo aver diretto un'opera così monumentale della Passione di J. S. BACH nella nostra Chiesa (e sappiamo che la sera precedente è stata eseguita nella Chiesa di Caravaggio)?
Maestro Massimo. È stata di certo una grande emozione: per noi è stato un “debutto” qui all’Incoronata di Martinengo particolarmente significativo visto l’avvicinarsi delle festività Pasquali. Proporre nel contesto della Chiesa di S. Maria dell’Incoronata un’opera così importante ci ha da un lato investiti di una grande responsabilità, ma dall’altro ci ha spronato ad eseguire questa partitura al meglio delle nostre possibilità.
- Qual è stato e quanto è durato il lavoro di preparazione di un gruppo così numeroso, composto da 20 strumentisti; 32 coristi e da 5 solisti?
Maestro Massimo. Allestire un’opera di questa portata comporta mesi di preparazione e di prove. Il progetto è iniziato già alla fine di luglio dello scorso anno e il lavoro è proseguito nei mesi successivi sino a giungere alla data di esecuzione.
- E la sua orchestra come si è trovata nella nostra Casa-Convento?
Maestro Massimo. Le strutture e la chiesa della Casa-Convento costituiscono una location ideale per fare musica. L’acustica della chiesa è perfetta per eseguire repertorio rinascimentale e barocco e le sale del Convento sono state preparate al meglio dalla Congregazione per ospitare coristi e strumentisti nella fase di preparazione al concerto. La cura e le attenzioni dei confratelli sono state riconosciute e apprezzate da tutti: un musicista non potrebbe desiderare di meglio!
- Che cosa significa musicare la Passione di Gesù? Dove nasce la necessità di comporre una Passione?
Maestro Massimo. Comporre musica su testi sacri è sempre stato motivo di orgoglio e prestigio per i musicisti del 600/700 di area germanica. Ovviamente l’esecuzione della Passione rappresentava ai tempi di Bach l’appuntamento più importante dell’anno e c’era sempre grande attesa da parte dei fedeli.
- C'era un motivo pratico per cui BACH ha scritto questa Passione? E ne ha scritto della altre?
Maestro Massimo. Musicare una Passione rientrava nei doveri del “Kantor” (il Maestro di Cappella che sovrintendeva tutta l’attività musicale delle chiese di Lipsia) e quando Bach assunse questo incarico nel 1723 sapeva benissimo quali “sfide” lo avrebbero atteso. Bach compose oltre alla Passione secondo Giovanni anche la monumentale Passione secondo Matteo (entrambe pervenuteci integre). Si ha notizia anche di una Passione secondo Marco (allestita riutilizzando materiale precedentemente composto per altre occasioni) e di una Passione secondo Luca (spuria).
- Quali sono le caratteristiche di questa Passione?Maestro Massimo. La passione secondo Giovanni è stata la prima composta da Bach in ordine cronologico. Al tempo rappresentò una vera e propria “rivoluzione musicale” rispetto ad altre <passioni> scritte da musicisti coevi. La caratteristica principale è la sua scrittura drammatica ottenuta tramite lo stile concitato con il succedersi di arie, cori e recitativi che conferiscono alla narrazione del testo evangelico una drammaticità coinvolgente, quasi “teatrale”.
- Quale messaggio voleva dare Bach ai suoi fedeli? E quale messaggio dà ancora a noi oggi?
Maestro Massimo. L’intento di Bach era chiaro: la sua volontà di stabilire un modello di musica da chiesa “ben regolamentata” aveva il fine di spronare i federi ad una devozione più profonda, non fine a sé stessa, ma partecipata. Ancora oggi la sua musica stupisce per il coinvolgimento che sa creare nel pubblico di fedeli ma anche in quello dei non credenti.
- Ci dica qualcosa su BACH, perché è un genio della musica?
Maestro Massimo. Bach è universalmente considerato il Padre della musica occidentale, cui tutti gli autori più tardi hanno dovuto riferirsi e confrontarsi. Mozart, Beethoven, Mendelssohn hanno avuto in Bach il modello a cui tendere, senza però riuscir mai ad eguagliarlo. Bach ha stabilito i moderni criteri e le regole di armonia e contrappunto che vengono tuttora insegnati nei conservatori e nelle scuole di musica in tutto il mondo.
- Per scrivere un'Opera così occorre essere un credente molto 'appassionato'. Era proprio coì Bach?
Maestro Massimo. Prima di essere un musicista Bach era un teologo e un fedele della chiesa riformata. Era un profondo conoscitore delle Scritture, tanto che ci è pervenuta la sua personale copia della Bibbia, appuntata con commenti scritti di suo pugno a margine del testo. Per comporre un’opera così importante è necessario avere un solido background culturale e spirituale. Bach ne era consapevole e ha profuso tutta la sua arte nel musicare la Passione secondo Giovanni. Il suo appellativo di “QUINTO EVANGELISTA” scaturisce proprio da questo connubio che egli è riuscito a realizzare tra Scritture e Musica.
- Ci può svelare quali sono i vostri progetti futuri?