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065. Un viaggio nell’«Incoronata Inedita»
Esperienze ITALIA

065. Un viaggio nell’«Incoronata Inedita»

Racconti di ricerche, scoperte e studi

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La chiesa e il convento dell’INCORONATA -dove abitiamo come Religiosi della Sacra Famiglia dal 1868- continuano a rivelare, attraverso tesori custoditi nel tempo, aspetti «inediti» come uno «scrigno» di cose nascoste che, anno dopo anno, prendono ‘volto’ rivelando ancora di più la loro unicità! Con il percorso «Inedita Incoronata» che si è svolto nel mese di marzo abbiamo voluto raccontare le ultime ricerche, scoperte e studi che hanno preso vita grazie alla dedizione a questo patrimonio artistico di tante amiche e amici. Siamo stati presi per mano ad apprezzare queste meraviglie e, come sempre, attraverso la bellezza ci siamo avvicinati di più alla verità e al senso della vita.

L’EVENTO. Nel ‘quadro’ del complesso architettonico, artistico e di fede del Convento e della Chiesa di s. Maria Incoronata si è svolta «INEDITA INCORONATA». «L’Incoronata è uno di quei «fari» di storia, arte, architettura che in passato sono stati punto di riferimento per la vita sociale, culturale e religiosa di un intero territorio ma di cui abbiamo smarrito la conoscenza, lasciata progressivamente sullo sfondo da una corsa alla globalizzazione che ha tracciato per noi una mappa essenzialmente urbano-centrica. Oggi, sull’onda del movimento ‘slow’, della riscoperta dei luoghi del silenzio, della ricerca di mete alternative di pellegrinaggio, la «cittadella» di storia e di arte dell’Incoronata apre le porte a chi ha desiderio di riscoperta. E lo fa mettendo in campo un’impegnativa rilettura ‘biografica’ della sua storia, dei suoi edifici e delle sue opere d’arte, che passa attraverso la ricerca» (Barbara Mazzoleni, L’Eco di Bergamo, sabato 2 marzo 2024).

IL SENSO. Su questo orizzonte si è collocata la nostra proposta di INEDITA INCORONATA. Qui approfondisce il senso il Superiore generale e il coordinatore dell’evento

«La Chiesa e il Convento francescani dell’INCORONATA continuano a rivelare, attraverso i suoi ‘tesori’ custoditi nel tempo, aspetti ‘inediti’ come uno «scrigno» di cose nascoste che, anno dopo anno, prendono ‘volto’, ‘corpo’, ‘parola’ rivelando ancora di più la loro unicità!

Con il percorso di «Inedita Incoronata» vogliamo raccontare le ultime ricerche, scoperte e progetti che hanno preso vita grazie alla dedizione per l’Arte di amici e amiche appassionati. Verremo presi per mano ad apprezzare queste meraviglie e, come sempre, attraverso la bellezza ci avvicineremo un poco di più alla verità e al senso della vita.

La Comunità dei religiosi della Sacra Famiglia (Martinengo – BG), dal 1868 -quando acquistò il Convento e la Chiesa francescane di s. Maria Incoronata da una confraternita martinenghese- abita in questo complesso architettonico. Alla sua ‘ombra’ è cresciuto, anno dopo anno, dapprima un orfanotrofio, poi un collegio e poi una Scuola paritaria. Pensate che oggi, ogni giorno, questo spazio è abitato da circa 1200 persone tra studenti, insegnanti ed educatori. E tutti respiriamo questa armonia e tutti siamo sotto lo sguardo di questi personaggi illustri e della loro fede!» (p. Gianmarco PARIS, Superiore generale della Congregazione Sacra Famiglia)

«L’ARTE, qualsiasi forma essa assuma, è via alla VERITÀ della vita e SENSO dell’umano cercare. L’Arte racconta dell’autore, ma anche di un popolo, di una chiesa, di una cultura in cui l’autore visse, e ‘parla’ sempre alle giovani generazioni, presenti e future. Entrando in un museo o in una chiesa, o ammirando un quadro o un paesaggio si liberano emozioni, sempre siamo raggiunti da un senso di pienezza da cui scaturisce gratitudine e pienezza. Davvero è la «bellezza [che] salverà il mondo»!

Educhiamo con l’ARTE del nostro complesso artistico e architettonico! È questa l’idea ma anche l’azione che stiamo svolgendo con tutti i nostri studenti: facendoli entrare nella Chiesa e nel Convento, con un curricolo di ARTE che comprende anche lo studio della nostra Chiesa, con visite guidate anche agli studenti delle scuole del territorio.

Queste ragioni -il valore dell’ARTE come via alla VITA e la presenza di una SCUOLA con i figli delle nuove generazioni- ci hanno smosso a ‘dare voce’, dare parola, far circolare l’energia di questi spazi e affreschi, a far parlare questo patrimonio artistico: negli anni 2000 con un grosso intervento conservativo, aggiornamento, restaurativo. Negli anni 2020 con un grosso investimento in ricerca, studi, approfondimenti per poter arrivare a una ‘nuova’ storia del Convento e della Chiesa» (p. Antonio CONSONNI, Coordinatore di INEDITA INCORONATA e Dirigente educativo)

GLI INCONTRI. Il viaggio alla scoperta della ‘nuova’ Incoronata è cominciato sabato 2 marzo con la presentazione generale del progetto da parte del Superiore generale, un’anteprima delle novità emerse sulle origini del convento a cura dello storico Gabriele MEDOLAGO che ha condotto e diretto la ricerca di questi anni supportato da numerosi collaboratori, con un affondo sull’evoluzione del complesso architettonico a cura dell’architetto Fabrizio FASOLINI e un’incursione dell’astronomo Diego BONATA sulle rarissime meridiane a riflesso presenti nel chiostro.

Nel secondo incontro, sabato 9 marzo, la protagonista è stata la figura di Maria «Donna, Madre, Regina» negli affreschi dell’Incoronata, nel dialogo tra la lettura iconografica della storica dell’arte Orietta PINESSI e la decodifica degli abiti indossati dalla Vergine dello storico del costume il prof. Alessio PALMIERI MARINONI. Attraverso slides, i due professori hanno illustrato ai presenti le prime raffigurazioni di Maria e gli abiti che le sono stati «cuciti addosso» nelle diverse epoche storiche, in Occidente e in Oriente, non certo a caso: dovevano far passare un messaggio e la Vergine era un modello, per questo era molto importante come il popolo vedeva rappresentate le vesti della Madre di Dio, ed anche i colori avevano precisi significati. Una galoppata lungo i secoli, dal mondo antico al Medio Evo, all’epoca moderna e poi contemporanea, passando da celebri chiese e allo splendido convento martinenghese. Proprio nell’ultima immagine mostrata è emerso qualcosa che nessuno avrebbe immaginato e che ha fatto sgranare gli occhi a tutti. Si tratta del dipinto presente nell’abside con volta a crociera a sesto acuto: nello spicchio centrale è raffigurato il tema dell’Incoronazione di Maria seduta accanto a Cristo.

"Nella scena è presente un drappo d’onore, lo sfondo giallo con un motivo milanese - ha detto il prof. Palmieri Marinoni - un elemento coevo dunque: ma è curioso che nella parte più importante della chiesa sia raffigurato un tessuto milanese quando sappiamo che a Bartolomeo Colleoni non piaceva per niente Milano. Dovremmo trovarne uno veneziano... Sul maforion, il manto della Madonna, è presente invece una decorazione in oro, che è un motivo arabo: l’occhio o fuoco di Allah, che tra l’altro nel ‘400 non si usa più in Italia. C’è quindi una commistione di elementi contemporanei e precedenti che non hanno, ad ora, un significato preciso, se non uno - ha chiarito - non è importante ciò che è “scritto” ma il valore che l’oggetto ha. La preziosità di un tessuto di matrice persiana rappresenta la rarità dell’elemento tessile che rende prezioso e unico chi lo sta usando. Così come il tessuto milanese è un damasco con fondo oro, il più prezioso che si produceva nel Nord Italia. La circolazione dei tessuti è quell’elemento che permette di affermare la sacralità di ciò che vi è contenuto".

Sabato 16 marzo, invece, il focus è stato fatto sul ‘brefotrofio’ del L’Albero degli Zoccoli, che il regista Olmi volle ambientare proprio nel convento dell’Incoronata con la relazione della storica Delia Flores REGGIANI e il contributo del fotografo Maurizio PLEBANI. Siamo partiti da questa domanda: <Quando il regista Olmi scelse il Convento dell’Incoronata quale ‘palcoscenico’ del brefotrofio dove i giovani sposi andarono per accogliere bambini quale luogo immaginava di rappresentare? Era solo un espediente narrativo oppure aveva in mente qualcosa di molto reale e concreto?> Con originali video e immagini, è stata raccontata la storia dell’Istituto “Santa Caterina alla Ruota”, brefotrofio di Milano che accolse migliaia di bambini abbandonati, con particolare attenzione alle pratiche dell’esposizione infantile, come oggetti di riconoscimento. Olmi -ci è stato raccontato- non concluse il film con la festa per il matrimonio dei due giovani sposi come ci saremmo potuti aspettare, ma li ‘spedì’ a Milano, al brefotrofio di santa Caterina alla ruota (oggi non più esistente) per accogliere un figlio nella vita di uno di quei bambini! E il nostro convento è diventato quel brefotrofio perché, in filigrana, Olmi cercava la storia del bisnonno Anselmo che usciva proprio da quel luogo.

Sabato 23 marzo, a conclusione del percorso, si è svolta la VISITA <INEDITA> alla chiesa e al convento (https://www.lasacra.it/index.php/h-o-m-e). I partecipanti, un gruppo di circa 50 persone, hanno potuto davvero svolgere una visita ‘inedita’ perché è la prima volta che facciamo una visita così, che ha raccolto raccoglie le cose nuove delle serate di marzo in sette tappe, ognuna delle quali accompagnata da un relatore. La visita ha attraversato dapprima i luoghi dove sorgevano il mulino e la fornace, necessari ai frati francescani per il loro sostentamento. Poi abbiamo ammirato le Meridiane a riflesso presenti nel chiostro grande, con la spiegazione del funzionamento di una di queste. Quindi il gruppo ha visitato i luoghi in cui sono state girate alcune scene de L’Albero degli Zoccoli, dove il convento è diventato la raffigurazione dell’antico brefotrofio di Santa Caterina alla Ruota di Milano. Tra scale, portici, ex refettorio, i visitatori hanno anche potuto vedere ciò che resta della Crocifissione della Sala capitolare, affresco strappato che la ricercatrice Martina Marchesi ha scoperto essere conservata negli Usa, nel Museo d’Arte dello stato dello UTAH. Quindi l’ingresso in chiesa per la rilettura della figura di Maria negli affreschi del presbiterio. Infine ultima tappa nell’Antica sagrestia, dove campeggia l’immagine della Crocifissione con Bartolomeo Colleoni e San Francesco. Davvero un viaggio a ritroso nel tempo in un complesso che è uno scrigno di tesori.

INEDITA INCORONATA si è conclusa in musica domenica 24 marzo -domenica delle Palme- con l’esecuzione della Passione di J.S.Bach (BMW 245) eseguita dal Coro Magnificat Choir & Consort diretto dal maestro Massimo Grechi (con presentazione del Concerto venerdì 15 marzo) davanti all’affresco della Crocifissione del Baschenis.

Concludendo vorremmo ricordare la meraviglia di tanti partecipanti per queste scoperte inedite. L’«anima loci» di Francesco, come quella del Colleoni, ma anche della Cerioli come quella di tanti figli delle giovani generazioni si è arricchita ancora di più di inedite presenze degli uomini e delle donne di oggi.

Autore

  • p. Antonio Consonni

Data

  • 07/04/2024

Rubrica

  • ESPERIENZE italia

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