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012. Iniziando il nuovo anno a Marracuene
Esperienze MOZAMBICO

012. Iniziando il nuovo anno a Marracuene

e ricordando 25 anni di missione

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La nostra regione mozambicana vive quest’anno una tappa importante della sua esistenza. Venticinque anni fa i primi religiosi e religiose missionari, accompagnati dal compianto Superiore generale di quel tempo, padre Edoardo Rota, arrivarono a Maputo e dopo qualche mese furono destinati, dai Vescovi di allora, nelle due missioni di Marracuene e di Maxixe-Mongue. Da quel momento la Congregazione della Sacra Famiglia assunse un’identità sempre più internazionale, aggiungendo al suo patrimonio culturale italiano e brasiliano anche quello africano.

In questi venticinque anni molti religiosi hanno dedicato buona parte della loro vita a testimoniare il Vangelo insieme alla gente mozambicana con lo stile familiare e carismatico di questa Congregazione che si ispira all’esperienza di fede di Santa Paola Elisabetta Cerioli.

Le diverse opere di apostolato della Congregazione hanno contribuito in questi anni a far crescere nella gente, che ha camminato e cammina con noi, una maggiore sensibilità nei confronti della fede, della carità cristiana e della solidarietà umana.

Ed eccoci a iniziare questo venticinquesimo anche a Marracuene, facendo la memoria grata di quanto è stato fatto con la grazia del Signore, l’intercessione della fondatrice e la generosa consegna alla missione di molti confratelli, consorelle e laici missionari.

Il mese di febbraio in Mozambico è il tempo della ripresa delle attività socio-educative e pastorali, ma allo stesso tempo un periodo di grandi sfide. Ne citiamo due: il fenomeno di un terrorismo integralista che continua a mietere ancora vittime innocenti con il quale dover fare i conti a livello nazionale; le piogge torrenziali e le piene dei fiumi che in pochi istanti spazzano via case e interi raccolti di chi fa dell’agricoltura l’unica fonte di sopravvivenza.

Un’altra difficoltà che stiamo riscontrando nel riprendere le normali attività pastorali ed educative è dovuta, ancora, ad una certa paura nei confronti della pandemia, che ha lasciato molte persone diffidenti e timorose nel riprendere le normali relazioni e attività sociali.

Nonostante queste situazioni destabilizzanti, la nostra comunità missionaria cerca di dare continuità alle sue opere apostoliche nella consapevolezza di stare insieme alla gente del Mozambico e trasmettere fiducia e speranza nella costruzione di un futuro migliore per le nuove generazioni.

Il Centro di accoglienza S. Giuseppe accoglie quest’anno novanta bambini e adolescenti, dei quali trentotto sono interni e gli altri cinquantadue tornano in famiglia tutti i giorni. Sembra che la crescita economica del Paese sia inversamente proporzionale al tenore di vita della maggior parte della popolazione. Stanno aumentando i casi di estrema povertà, la quale si riflette in modo particolare sui bambini, molte volte privati dell’accesso alla scuola affinché possano dedicarsi a lavori saltuari per mantenere la famiglia. Alla povertà economica si associa la povertà sociale che, unitamente alle interpretazioni culturali e tradizionali devianti, fa’ sì che diverse adolescenti siano date in matrimonio prima della maggiore età, calpestando sogni e progetti per il futuro.

Il nostro Centro di accoglienza accompagna diverse famiglie con i loro figli prevenendo la manifestazione di questi fenomeni sociali, offrendo a molti bambini l’opportunità di  vivere in un ambiente adatto alle fasi di vita dell’infanzia e dell’adolescenza, con la garanzia di una frequenza scolastica che offrirà in futuro prospettive concrete di inserimento nella società con delle specifiche competenze.

Anche le due scuole dell’infanzia Santa Paula e Vana Vanga, dopo avere affrontato, insieme a tutte le istituzioni educative, un lungo periodo di chiusura a causa della pandemia, riaprono finalmente le loro porte per molti bambini che grazie a questo servizio avranno l’opportunità di vivere un momento importante di socializzazione. Attraverso una rete di solidarietà riusciamo a offrire questo servizio anche a famiglie disagiate, garantendo ai propri figli una sana alimentazione e un luogo protetto mentre i genitori sono impegnati, anche in lavori saltuari pur di garantire un futuro più degno ai propri figli.

La scuola comunitaria Sacra Famiglia, altro fiore all’occhiello del sistema educativo della nostra regione, accoglie quest’anno milletrecento alunni dall’ottava classe (terza media) fino alla dodicesima (ultimo anno delle scuole superiori). La situazione del sistema educativo del Mozambico è molto deficitaria, sia in termini di organizzazione didattica sia dal punto di vista delle infrastrutture a causa della scarsità di scuole sul territorio; infatti, purtroppo ogni anno centinaia di ragazzi sono privati della possibilità di studiare a causa dell’insufficienza di edifici scolastici. La nostra scuola prevede di accompagnare questi ragazzi nella fase più delicata della loro crescita. Le scarse prospettive di lavoro, tuttavia, portano spesso gli adolescenti a intraprendere lavori e attività  non onesti e pericolosi.

Anche la Parrocchia ha ripreso le sue attività pastorali a pieno ritmo e ufficialmente con la festa della sua patrona, chiamata la Madonna Candelora (più precisamente, la festa della presentazione di Gesù al tempio). Una festa molto partecipata, la cui celebrazione costituisce un momento forte di unità pastorale, dove la simbologia del ritrovarci tutti insieme a celebrare l’Eucaristia rafforza il vincolo di comunione e di coscienza di essere una famiglia riunita nel nome del Signore che accoglie tutti con amore paterno e fraterno. Il cammino parrocchiale è naturalmente inserito in un contesto ecclesiale più ampio, quello di tutta la chiesa cattolica del Mozambico, che si sta preparando alla celebrazione della IV Assemblea nazionale di pastorale dove laici, religiosi, sacerdoti e Vescovi saranno riuniti per leggere i segni dei tempi e quindi affrontare con speranza le sfide dei prossimi anni. 

Una particolare attenzione è data alla pastorale vocazionale e alla formazione dei seminaristi. Il futuro della Congregazione dipende certamente dalla testimonianza autentica e gioiosa dei suoi religiosi che, impegnandosi nel dare un futuro più degno a molti fratelli, sollecita la sensibilità dei giovani, i quali si sentono attratti da uno stile di vita comunitario e familiare e così decidono di seguire il Signore in questa Congregazione. Attualmente la nostra casa di formazione è abitata da tredici seminaristi, dei quali tre sono già religiosi di voti temporanei, i quali insieme al loro formatore e alla stessa comunità religiosa si avvicinano al carisma di Santa Paola attraverso un paziente cammino di formazione spirituale, umana e accademica.

Il cammino cominciato 25 anni fa continua ancora oggi con lo stesso entusiasmo e le medesime speranze. Sono cambiate le persone, sono cresciute le attività, ma la ragione per cui la Congregazione ha deciso di venire in Mozambico rimane la medesima: il carisma e la passione di Santa Paola, ossia annunciare a tutti la Paternità e la vicinanza di un Dio che ha deciso di farsi uomo nella povertà di Nazaret per salvarci

Autore

  • p. Luca Pelis

Data

  • 05/03/2023

Rubrica

  • Esperienze Mozambico

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