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013. Il Convento dell’Incoronata
Congregazione

013. Il Convento dell’Incoronata

Riscopriamo il prezioso patrimonio di Arte, Storia, Fede del Convento dell’Incoronata

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VISITA IL CONVENTO


Il desiderio di valorizzare e far conoscere il patrimonio storico-artistico del Convento di S. Maria Incoronata (Chiesa con Chiostro) è una convinzione radicata nel cuore e nella mente dei religiosi e dei cristiani perché l’amore per la bellezza è una strada privilegiata per scoprire la grandezza dell’essere umano e la sua attrazione per ciò che va oltre quello che vede e tocca, la sua apertura al mistero di Dio.

La Congregazione della Sacra Famiglia, istruita dall’esperienza umana e spirituale della Fondatrice, santa Paola Elisabetta Cerioli, è convinta che l’educazione delle giovani generazioni abbia bisogno, oggi forse ancora più di ieri, di abbeverarsi ai tesori della bellezza che l’umanità ha saputo produrre, per risvegliare l’appello che Dio, sommo artista, rivolge all’essere umano, posto da Lui al centro della sua creazione.

Con questi intendimenti nel dicembre 2019 - mentre stavamo entrando nel ‘tunnel’ del Covid-19 - con il supporto e la collaborazione della rete COGLIA (e dei Comuni di Martinengo, Cavernago e Palazzolo sull’Oglio) la Congregazione ha chiesto di realizzare una nuova storia del Convento francescano dell’Incoronata (1476), che da più di 150 anni è diventato la casa dei religiosi della Congregazione e, in quanto tale, una SCUOLA, luogo di crescita umana e spirituale per numerose generazioni di bambini, ragazzi, giovani e adulti.

Durante il percorso abbiamo fatto diverse scoperte: abbiamo individuato i nomi del cosiddetto “Maestro di Martinengo”; abbiamo ritrovato l’affresco della Crocifissione della Sala capitolare nello stato americano dello UTAH; abbiamo ripristinato l’Antica sagrestia della Chiesa.

Con queste ‘belle scoperte’ ci immergiamo a vivere Bergamo/Brescia Capitale nazionale della Cultura 2023.

Qui, in vista della Primavera che risveglia il desiderio di visitare luoghi artistici inediti, vi rendiamo conto di queste prime scoperte con l’articolo di Barbara Mazzoleni (venerdì 2 dicembre 2022) per gentile concessione de L’ECO DI BERGAMO.

 

ECO di BERGAMO, venerdì 2 dicembre 2022
Scoperto il maestro di Martinengo.
Ma i pittori erano due: padre e figlio
Chi è, anzi chi sono il «Maestro di Martinengo»? Che cosa c’entra Bartolomeo Colleoni con Benito Mussolini e con William Randolph Hearst, il magnate dell’editoria che ispirò “Quarto potere” di Orson Welles? E Castel Sant’Angelo con il museo dello Utah?
È la geografia esplosa di una ricerca “matta e disperatissima” nelle pieghe della storia, da cui viene alla luce il nome, caduto nell’oblio, dell’autore di quegli incantevoli affreschi quattrocenteschi che ornano due chiese di Martinengo, Santa Maria Incoronata e Santa Chiara, legate a due conventi francescani fondati dal condottiere Bartolomeo Colleoni.
Sono gli esiti di almeno tre anni di ricerca condotta da Gabriele Medolago, con la collaborazione di Martina Marchesi e Greta Roncalli, nell’ambito del progetto Coglia, promossa in collaborazione con la Congregazione della Sacra Famiglia di Martinengo, la Pro Loco due castelli, i Comuni di Cavernago, Martinengo e Palazzolo sull’Oglio. La ricerca e la pubblicazione che ne scaturirà (prenotabile scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) sono state presentate al pubblico sabato 3 dicembre 2022, al Convento dell’Incoronata di Martinengo: si può seguire in diretta anche sulla pagina facebook della Scuola Sacra Famiglia Martinengo.
«Fino a che non si scoprirà un documento, il nostro ‘Maestro’ dovrà rimanere, almeno anagraficamente, nell’anonimato» si rammaricava nel 1965 lo storico dell’arte Franco Mazzini, riconoscendo negli affreschi di Martinengo una mano unitaria, che battezzò Maestro di Martinengo.
E 60 anni dopo, i documenti finalmente parlano, come annuncia Gabriele Medolago: «Un atto notarile rogato nel 1481 ha consentito di individuare il nome, o meglio i nomi. Queste opere furono realizzate dai due pittori e intagliatori Antonio e Matteo Zamara da Chiari, padre e figlio, vissuti a cavallo tra ‘400 e ‘500. Da qui è partito un ampio lavoro di studio, finalizzato a una pubblicazione monografica, per confermare l’identificazione del Maestro e ricostruire le figure e il catalogo dei due artisti, cui ad esempio sono riconducibili anche alcuni affreschi della Cappella di S. Rocco presso la chiesa di S. Giovanni a Mura di Palazzolo sull’Oglio. Un lavoro che ha fornito moltissimi nuovi elementi, fra cui la riscoperta di un altro affresco, dato per perso ma ritrovato nello Utah».
Si perché nel corso della ricerca si aprono storie nella storia. Nel 1910-13, infatti, durante restauri all’Incoronata, gli Steffanoni strappano un gruppo di affreschi alcuni dei quali, con un’operazione non priva di ombre, finirono venduti e dispersi sul mercato antiquario. Qualche anno più tardi, il politico e storico bergamasco Bortolo Belotti si imbatte, nel museo di Castel S. Angelo a Roma. in tre di essi e si attiva per farli tornare a Bergamo. Arriva ad appellarsi direttamente a Mussolini che accoglie la richiesta così che, nel gennaio 1934, viene collocato in Città Alta, al Luogo Pio Colleoni, il celebre dipinto della Crocefissione, con il più antico ritratto di Bartolomeo Colleoni (due pennacchi con profeti sono invece tuttora a Roma).
I ricercatori del progetto COGLIA, poi, seguono le tracce della perduta Crocefissione affrescata nel refettorio del convento, riuscendo a scovarla allo UTAH MUSEUM DI SALT LAKE CITY, dove è esposto con attribuzione al pittore perugino Polidoro di Bartolomeo. Si scopre, infatti, che lo strappo, circolato sul mercato antiquario, nel 1929 era stato acquistato dal magnate americano William Randolph Hearst.
«Diamo avvio al 2023, anno di Bergamo Brescia Capitale della Cultura, con una scoperta storica rilevante che, grazie all’arte e alla cultura, unisce le due province in un legame profondo», commenta il Sindaco di Cavernago Giuseppe Togni. «E che questo accada coinvolgendo anche la nostra scuola che, con i suoi 1000 studenti, vive ‘all’ombra’ del convento ci riempie di gioia e di fiducia», conclude il Superiore generale della Congregazione Sacra Famiglia, p. Gianmarco Paris

[Barbara Mazzoleni]

Autore

  • La Redazione

Data

  • 05/03/2023

Rubrica

  • Congregazione

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