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019. Intelligenza Artificiale e Educazione
Patto educativo

019. Intelligenza Artificiale e Educazione

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Durante il corso di “Lifelong learning”  (Educazione degli adulti) che sto amministrando questo semestre all’università, una studentessa mi ha chiesto con mia sorpresa: “Professore, ci spieghi cos’è il Chat-GPT”. Lungo il corso infatti avevo fatto riferimento varie volte al Chat-GPT dando per scontato che i miei studenti, tutti nativi digitali e millennials, sapessero meglio di me (che sono un BBT: Born Before Technology) che cosa fosse.

Si tratta del nuovo e rivoluzionario strumento linguistico lanciato nel novembre scorso (2022) chiamato ChatGPT (Chat Generative Pre-trained Transformer, traducibile in "trasformatore pre-istruito generatore di programmi di dialogo") capace di dialogare con l’uomo al tal punto da rendere quasi impossibile riconoscere se chi sta interagendo è un essere umano o una macchina (si tratta un’evoluzione esponenziale dell’intelligenza artificiale iniziata con i primi esperimenti rudimentali degli anni 50 di Turing il “padre” dell’informatica ).

Questo nuovo strumento dell’Intelligenza Artificiale (I.A.) del quale in questi mesi si sta parlando molto a proposito e anche a sproposito , sta cambiando rapidamente vari settori della società e soprattutto il mondo dell’educazione. Alcuni educatori più che un’opportunità, lo vedono più  come una minaccia e non come un’occasione straordinaria per migliorare l’insegnamento e l’apprendimento. Ciò che bisogna temere non è infatti l’I.A. (che è solo una macchina) ma l’uomo che userà questo strumento.  Come educatori dobbiamo essere attenti e aperti alle novità del nostro tempo, e saper cogliere l’aspetto positivo di ogni nuova scoperta per conoscere come sfruttare al meglio le nuove tecnologie per la crescita delle persone.

Il  Chat-CPT è la continuazione di una rivoluzione iniziata anni fa con l’apparire dei primi computer e il WEB. I motori di ricerca (Google, Yahoo, Safari, etc.) avevano già rivoluzionato il nostro modo di apprendere e di fare ricerca. Infatti prima del computer e di internet i nostri studi e ricerche esigevano l’impiego di molto tempo per dislocarci nelle biblioteche e scorrere tra i vari libri e enciclopedia alla ricerca delle informazioni necessarie. Inoltre la nostra ricerca era limitata ai volumi che erano a disposizione in biblioteca, con la conseguenza che le università migliori erano quelle che avevano più libri (come per esempio quella di Harvard con i suoi sedici milioni di libri). Con i motori di ricerca invece tutti, in qualsiasi parte del mondo, possono accedere in brevissimo tempo a una quantità smisurata di fonti, da selezionare con facilità, con un risparmio enorme di tempo (non ci si deve più dislocare nelle biblioteche e cercare tra migliaia di libri) e un accesso a una gamma di dati infinitamente maggiore di quelli che una biblioteca ci può offrire.

Ora con questo nuovo strumento del Chat-GPT impiegheremo ancora meno tempo perché esso non offre solo la lista dei documenti bibliografici da consultare (come fanno i motori di ricerca), ma addirittura produce testi completi e ben fatti, che si evolvono (“chat generative”) in dialogo con noi.  Devo riconoscere che sono rimasto molto ammirato dalla qualità dei testi prodotti (nonostante alcuni limiti riscontrati) e ne sto facendo un ricorso sempre più frequente nel mio lavoro con l’intento di migliorare sempre più la qualità del mio insegnamento.

Vari settori si sentono minacciati, come per esempio i traduttori linguistici, i giornalisti (ci sono giornali e riviste con articoli interamente redatti dal Chat-GPT) e anche gli insegnanti che temono di venire sostituiti da questo strumento.  Gli insegnanti dovranno rivedere anche il modo di valutare gli studenti: sarà opportuno dare compiti scritti per casa quando non si riesce a distinguere se un testo è stato scritto da un essere vivente o da un robot?

Un altro problema riguarda il “digital divide”: il progresso dell’I.A. colmerà il divario digitale sia geografico che interno o aumenterà ancora di più le differenze? Non sarebbe opportuno includere nel Patto Educativo Globale il tema della globalizzazione dei vantaggi dell’Intelligenza Artificiale?

Siamo ancora agli inizi di questa nuova sfida, le prestazioni di questo strumento sono sorprendenti e in continuo perfezionamento e non sono ancora prevedibili tutti i futuri sviluppi. Siamo però fiduciosi nella saggezza dell’uomo che saprà fare tesoro di questa incredibile opportunità per lo sviluppo dell’intera umanità.

Autore

  • Ezio Bono

Data

  • 02/04/2023

Rubrica

  • Patto Educativo

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