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Secondo i dati della FAO (del 2021) circa 828 milioni di persone nel mondo non ricevono cibo sufficiente per sopravvivere, e in controparte ci sono quasi due miliardi di persone in sovrappeso, di cui 800 milioni di persone obese. Questi numeri sono in aumento, così come i decessi dovuti alla sovralimentazione.
Le cause della fame nel mondo sono molteplici come la miseria, povertà, guerre, carestie, disastri naturali (inondazioni, tempeste tropicali, siccità); cambiamenti climatici con l'aumento delle temperature; inquinamento, pandemie, spreco di cibo (ogni giorno 1/3 del cibo viene buttato). Nei paesi in guerra, il tasso di malnutrizione è ancora più elevato perché i raccolti vengono distrutti, la gente abbandona le proprie case e si concentra in grandi centri dove non c’è modo di trovare del cibo.
Altre cause della fame sono: crisi idrica; l’accaparramento delle terre e loro sfruttamento per produrre biocarburanti e mangimi; riduzione delle terre coltivabili. Altri considerano come un’ulteriore causa della fame nel mondo il fenomeno della sovrappopolazione (entro il 2050 più di 9 miliardi di persone).
Il principale problema in realtà è quello della povertà. Nei Paesi più poveri, molte persone vivono con meno di 1,25 dollari al giorno (in diversi paesi africani molti vivono con ancora meno). Per eliminare la fame nel mondo, sarebbero necessari 22 miliardi di euro all'anno. Si tratta di una cifra troppo alta? Pensiamo allora che gli Stati Uniti d’America spendono ogni anno centinaia di miliardi di euro in spese militari: solo per l’anno fiscale 2023 gli USA hanno destinato 858 miliardi di dollari alla spesa militare.
Cosa dobbiamo fare come educatori, per educare ed educarci alla sostenibilità?
Innanzitutto bisogna essere informati su come viene gestito il denaro pubblico da parte del governo, delle istituzioni e delle varie organizzazioni internazionali, come vengono gestiti gli aiuti esteri e quali sono le condizioni imposte dai donatori. Lottare contro le leggi che penalizzano i più fragili e poveri; difendere i diritti dei lavoratori e i loro salari equi; organizzare petizioni, istanze per chiedere ai governi maggiori investimenti nella lotta alla povertà. Sostenere una crescita economica inclusiva che promuova l'uguaglianza. Sostenere le organizzazioni che lottano contro la povertà (ONG, associazioni religiose e caritatevoli, ecc.), soprattutto quelle che promuovono l'auto-sostenibilità: aiutare le persone e le nazioni a diventare autonome. Tenete d'occhio le organizzazioni che ricevono denaro per i poveri o per i bambini e spendono più per il proprio funzionamento che per aiutare gli altri.
Nella lotta contro la povertà, le donne hanno un ruolo fondamentale. È necessario educare alla maternità e paternità responsabili. Valorizzare le comunità locali affinché diventino autonome. È molto importante anche fare del volontariato per essere coinvolti in prima persona. Organizzare raccolte fondi per le associazioni caritative, aiutare i senzatetto, richiedere stipendi mensili per i poveri. Entrare in contatto diretto con i poveri, senza discriminazioni e rispettando la loro dignità. Incentivare politiche per la sostenibilità per proteggere i più deboli, prevenire le catastrofi naturali, controllare i mercati e i prezzi, garantire programmi ecosostenibili, politiche inclusive che coinvolgano le comunità povere con investimenti mirati, diversificare l'economia e rilanciare il settore agricolo. Investire nell'occupazione, nei giovani, nei diritti fondamentali, nelle pari opportunità e nelle reti di sicurezza sociale. Una buona pratica è quella di offrire il pranzo agli alunni delle zone rurali per incentivare la loro partecipazione a scuola, migliorare la loro salute e capacità di apprendimento.
Uno dei rimedi più efficaci per risolvere la fame nel mondo sarebbe quello di un'inversione totale del mercato attuale, un cambiamento delle regole economiche e degli attuali sistemi di produzione alimentare. I grandi produttori agroalimentari dettano le regole del mercato mondiale e contribuiscono così alla diffusione della fame nel mondo.
Per questo Papa Francesco indica come 6° impegno del Patto Educativo Globale quello di studiare nuovi modi di intendere l’economia, la politica, la crescita e il progresso, al servizio dell’uomo e dell’intera famiglia umana nella prospettiva di un’ecologia integrale.
Dobbiamo cambiare le nostre abitudini alimentari: non sprecare cibo (1/3 del quale, come detto sopra, viene sprecato) né acqua.
Un altro contributo importante è quello di eliminare o almeno ridurre drasticamente il consumo di carne. A questo proposito, Papa Francesco ha detto ai giovani europei riuniti a Praga nel luglio 2022 nella EU YOUTH CONFERENCE: «L’altra proposta che vorrei richiamare riguarda la cura per la casa comune. Anche qui ho notato con piacere che, mentre le generazioni precedenti parlavano molto e concludevano poco, voi invece siete stati capaci di iniziative concrete. Per questo dico che questa volta può essere la volta buona. Se non riuscirete voi a dare una svolta decisiva a questa tendenza autodistruttiva, sarà difficile che altri ci riusciranno in futuro. Non lasciatevi sedurre dalle sirene che propongono una vita di lusso riservata a una piccola fetta del mondo: possiate avere “occhi grandi” per vedere tutto il resto dell’umanità, che non si riduce alla piccola Europa; aspirare a una vita dignitosa e sobria, senza il lusso e lo spreco, perché tutti possano abitare il mondo con dignità. È urgente ridurre il consumo non solo di carburanti fossili ma anche di tante cose superflue; e così pure, in certe aree del mondo, è opportuno consumare meno carne: anche questo può contribuire a salvare l’ambiente. A tale riguardo, vi farà bene – se non l’avete già fatto – leggere l’Enciclica Laudato Si’, dove credenti e non credenti trovano motivazioni solide per impegnarsi in favore di una ecologia integrale. Educare, pertanto, per conoscere, oltre che sé stessi e l’altro, anche il creato».
Bisogna fare campagne di sensibilizzazione per ridurre il consumo di carne: i 3/4 delle terre coltivabili sono destinate alla produzione di cibo per gli animali, affinché gli uomini possano mangiarne la carne. Se queste coltivazioni fossero convertite per produrre cibo per le persone e non per gli animali, il problema della fame sarebbe molto mitigato. Si calcola che i mangiatori di carne consumano una quantità di risorse della terra quattro volte superiore rispetto a quelli che non mangiano carne. L'opzione di eliminare o ridurre il consumo di carne, come si può capire, non è tanto una questione di amore per gli animali e di rispetto della loro vita o dei loro diritti, ma è soprattutto una questione di amore per gli uomini, affinché tutti possano avere cibo per vivere dignitosamente e fare una dieta sana. È una filosofia di vita, è non voler consumare solo per sé le risorse che potrebbero sfamare altre quattro persone.
Mangiare invece più frutta, verdura e cereali. Non sprecare il cibo: conservarlo per mangiarlo più tardi (chiedere il take-away quando si va al ristorante). Consumare meno grassi, sale e zucchero. Mangiare alimenti prodotti localmente (meglio ancora se del proprio orto) evitando di consumare prodotti industriali. Utilizzare bottiglie di vetro da riempire (evitando le bottiglie di plastica). Rispettare l'ambiente senza inquinare, senza usare la plastica. Evitare di stampare o fotocopiare per risparmiare inchiostro, carta e alberi.
L’impegno alla sostenibilità è la chiave per un futuro migliore e ciascuno di noi dovrà scegliere con cura e creatività come contribuire a questo progetto.
Foto di Karthikeyan K su Unsplash