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Lo scorso 3 febbraio si è svolto in Vaticano, per volontà di Papa Francesco, il primo Summit Internazionale sui Diritti dei Bambini, dal titolo “Amiamoli e Proteggiamoli”, organizzato dal Comitato Pontificio per la Giornata dei Bambini. A questo incontro hanno partecipato, insieme al Papa, oltre 40 relatori di alto livello: dalla regina Rania di Giordania, a Liliana Segre, a Sergio Draghi, a Arif Husain, capo economista del World Food Program, a Gianni Infantino , presidente della FIFA, a Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio, al rabbino David Rosen, insieme ad altri premi Nobel, esponenti del mondo della politica, della cultura, dell’economia, della Chiesa, che hanno preso la parola in due sessioni e sette panel tematici.
Papa Francesco ha aperto la giornata con un lungo discorso, in cui ha ribadito l’importanza della vita, dell’infanzia, dei sogni e anche dei silenzi dei bambini: "Non è accettabile che i bambini muoiano sotto le bombe, o da migranti nel mare, nel deserto o nelle rotte dei viaggi della speranza. “Nulla vale la vita di un bambino”: questo il grido lanciato dal Papa all’umanità di oggi, che fa eco al grido silenzioso di milioni di bambini che in ogni parte del mondo soffrono e sono privati dei loro diritti fondamentali. “Non vogliamo che diventi una nuova normalità, perché uccidere i piccoli significa negare il futuro”.
Nel suo intervento il Papa ha ricordato i dati sconcertanti che testimoniano come siano negati i diritti dei bambini: “Oggi più di quaranta milioni di bambini sono sfollati a causa dei conflitti e circa cento milioni sono senza fissa dimora. C’è il dramma della schiavitù infantile: circa centosessanta milioni di bambini sono vittime del lavoro forzato, della tratta, di abusi e sfruttamenti di ogni tipo, inclusi i matrimoni obbligati. Ci sono milioni di bambini migranti, talvolta con le famiglie ma spesso soli. Molti altri minori vivono in un limbo per non essere stati registrati alla nascita. Si stima che circa centocinquanta milioni di bambini invisibili non abbiano esistenza legale. Questo è un ostacolo per accedere all’istruzione o all’assistenza sanitaria, ma soprattutto per loro non c’è protezione della legge e possono essere facilmente maltrattati o venduti come schiavi”.
I numerosi interventi dei partecipanti hanno messo in risalto la necessità per il mondo di ascoltare il grido silenzioso che si leva dall’infanzia negata, facendo proprie le parole del Papa: “È importante ascoltare: dobbiamo renderci conto che i bambini piccoli osservano, capiscono e ricordano. E con i loro sguardi e i loro silenzi ci parlano. Ascoltiamoli!”.
Il Summit si è concluso con una dichiarazione finale, firmata dai partecipanti, che richiama la coscienza di tutti a fare ogni sforzo possibile per la tutela dell’infanzia.
La nostra Congregazione, che ha la missione di annunciare il Vangelo mettendosi al servizio dei bambini senza famiglia e senza educazione, si sente in piena comunione con l’appello che sale da questo summit internazionale e ne riceve stimolo per proseguire con impegno i suoi progetti educativi nei luoghi del mondo in cui si trova.