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091. L’Incoronata inedita tutta in un nuovo libro
Congregazione

091. L’Incoronata inedita tutta in un nuovo libro

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Le ultime scoperte del complesso architettonico e artistico in un libro che porta in modo essenziale il suo nome «Incoronata. Storie. Saggi. Ricerche». Nella cornice della Chiesa dell’Incoronata, gremita per l’occasione, è stato presentato sabato 29 marzo, il nuovo libro sull’Incoronata, frutto di diversi anni di intenso lavoro e composto di 20 saggi di 20 autori presenti alla cerimonia.

La presentazione dell’Opera è stata affidata al giornalista e scrittore Paolo Aresi - i suoi interessi spaziano dall'astronomia e cosmologia, per passare al ciclismo, alla geografia e alla cultura – che presentiamo qui. Lo ringraziamo per aver accolto il nostro invito.

PRESENTAZIONE DEL LIBRO SULL’INCORONATA

PAOLO ARESI

La prima impressione è lo stupore. Stupore perché in un luogo così importante, così ricco di storia, di arte e di vita non ci sono mai stato. Stupore perché mi vanto un poco di essere tra le persone che meglio conoscono la terra di Bergamo e invece un posto così non lo avevo mai visto. Stupore nel chiostro, stupore nella chiesa di Santa Maria Incoronata, nell’osservare i particolari, gli affreschi, i capitelli, le colonne…

Stupore nel camminare nella chiesa insieme a padre Antonio, che rapidamente mi ha raccontato la storia, così, per sommi capi mentre gli occhi si confrontano con le forme dipinte da Pietro Baschenis, dai pittori Zamara, padre e figlio, provenienti da Chiari. E il senso di sorpresa viene confermato da questo volume che ha per titolo semplicemente “Incoronata - storie, saggi, ricerche”. Viene voglia di capire, di conoscere da dove provenga questa realtà.

E questa realtà ci arriva da una profonda religiosità, cioè da menti e cuori che cercavano in modo forte di legare la vita quotidiana con una realtà altra e superiore. Incredibilmente, il sentimento religioso era radicato in un uomo abituato alla guerra, alla violenza, alla morte. Bartolomeo Colleoni, soldato di mestiere, viveva una religiosità profonda che si è probabilmente sviluppata nel corso della vita. Il condottiero è, lo sappiamo, insieme alla moglie Tisbe il protagonista della costruzione dell’Incoronata, come anche dell'altro convento di Martinengo, quello delle suore Clarisse.

Il libro si apre con un affresco [che si trova al Convento francescano di S. Giuseppe a Brescia] che ci porta in un altro mondo: è il convento come appariva secoli fa. Ci sono gli edifici conventuali protetti da un’ampia muraglia. Intorno vediamo soltanto alberi e campagna. È un’immagine che ha resistito fino agli anni Cinquanta del Novecento. Poi, in questi settant’anni, armati di bulldozer, cemento e asfalto abbiamo stravolto gran parte del paesaggio. Sono però stati anche anni in cui si è formata una maggiore consapevolezza del valore dell’arte e della cultura, forse proprio perché le abbiamo messe decisamente in pericolo. E, infatti, il primo libro che parla dell’Incoronata in maniera completa, che ne traccia la storia, risale al 1975 e venne scritto da padre Nicola Di Bianchi, religioso della Congregazione della Sacra Famiglia.

La seconda pagina della pubblicazione parla dei “Legami invisibili che uniscono / passato, presente, futuro / cielo e terra, mari e monti / la fede, la sfiducia, la fraternità / la bellezza, la fragilità, la felicità”. E si propone una cronologia che comincia nel 1225, anno del Cantico delle Creature di San Francesco, ottocento anni fa. E continua con il 1475, 550 anni dalla morte di Bartolomeo Colleoni e poi sale 1855, anno in cui Elisabetta Cerioli accolse la prima bambina orfana nella sua dimora di Comonte, a Seriate. E ancora il 1975, anno del libro di padre Nicola e infine eccoci a questo 2025 con l’Incoronata candidata a luogo del cuore Fai.

 

Il senso della continuità, dopo lo stupore. E infatti leggo all’inizio del volume. «L’Incoronata potrebbe apparire come un bel patrimonio architettonico e artistico, ma ciò che lo qualifica è la presenza dal 1868 dei religiosi della congregazione della Sacra Famiglia che all’origine vi hanno costruito un orfanotrofio, trasformato poi in un collegio e infine ai giorni nostri in una scuola con bambini dai tre mesi ai tredici anni… mille bambini». «Le voci, gli sguardi, le domande dei bambini e dei ragazzi, delle loro famiglie continuano la storia di fede, ma anche d’umanità, dentro una storia più grande, piena di significato. L’Incoronata continua a essere un messaggio, un codice del mistero della fede cristiana e del senso dell’umano cercare».

Continuare, andare avanti, essere una realtà viva. Con la scuola, con il gruppo di amici, di ricercatori che si danno da fare per promuovere le conoscenze riguardo all’Incoronata e al mondo ereditato da Bartolomeo Colleoni. E per promuoverne la diffusione.

Ci sono nel libro tanti punti di interesse, particolari curiosi. La notizia che finalmente il Maestro di Martinengo ha nome e cognome e si identifica con due pittori di Chiari, Antonio e Matteo Zamara, scoperta fatta dallo storico Gabriele Medolago che ci racconta la vicenda in queste pagine. L’apparire di un manufatto strano, il “paraduro” nel dipinto di una natività di cui ci parla Giovanna Ravasio. Che cosa era il paraduro e perché trova posto in un dipinto di secoli fa? Era il paraduro una sorta di steccato che pure veniva utilizzato per le bonifiche dei terreni, quindi per asciugare e per ripulire l’acqua fangosa. Il valore simbolico è evidente. E di bonifiche qui intorno ne sono state fatte tante, e di opere di canalizzazione volute proprio dal Colleoni per rendere viva e fertile questa terra a vantaggio di ciascun suo abitante.

E poi la vicenda dell’affresco scomparso all’inizio del Novecento, che oggi si trova addirittura a Salt Lake City, di cui ha narrato Martina Marchesi in queste pagine. E le antiche meridiane a riflesso o riflessione, che indicavano lo scorrere delle ore in un modo particolare e molto raro, di cui ci parla l’astronomo Diego Bonata.

Il volume è diviso in cinque parti. Prima la visita per immagini, con tante fotografie. Poi la memoria, cioè la storiografia dell’Incoronata; al terzo posto le due grandi storie con la presenza dei francescani Osservanti e Riformati, quindi il periodo di vuoto e nel 1868 l’arrivo della Sacra Famiglia di Paola Elisabetta Cerioli, una donna speciale, segnata da una vita di grandi sofferenze e di riscatto. Quarto punto i saggi che iniziano con la figura di Bartolomeo Colleoni e della sua religiosità tratteggiati da Gabriele Medolago. E poi diversi altri capitoli dedicati a opere d’arte, pittori, varie vicende con i contributi di Orietta Pinessi, Alessio Palmieri Marinoni, Silvio Tomasini oltre agli autori già citati. Infine le ricerche di Maurizio Plebani (l’Incoronata set de l’albero degli zoccoli), di Flores Reggiani. Quindi la spiritualità della Sacra Famiglia a cura di Antonio Consonni e Carlo Tarantini.

Dietro a tutto questo la presenza costante di padre Antonio Consonni, stimolatore e accompagnatore sensibile, sollecito di un gruppo di amici e ricercatori. Ma la cosa che più mi ha colpito è stata la passione di padre Antonio e del gruppo di amici che si è radunato, e di istituzioni. A volte di persone che non hanno niente a che fare con la storia e con l’arte, pure lavorano con grande passione e gratuità. Tutto questo mi regala un senso di stupore e allo stesso tempo mi conferma che è la voglia di fare del bene, è la solidarietà che sta alla base di questa realtà, di questo libro e non soltanto. Le rogge, le bonifiche, l’Incoronata, i portici di Romano… non nacquero certamente per trarne guadagni, denaro. Nacquero per quella ragione, per il bisogno da parte del condottiero di fare del bene.

Autore

  • a cura di  p. Antonio Consonni

Data

  • 06/04/2025

Rubrica

  • FOCUS Congregazione

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